Il genio di Juan Caramuel tra tesori inestimabili
Il Museo del Tesoro del Duomo, dopo una lunga ed attenta ristrutturazione, si presenta in una nuova cornice semplice ma estremamente elegante, rispettosa della tradizione ma ricca di tecnologia e multimedialità. Fondamentale nella nuova edizione è l’abbattimento delle barriere architettoniche per consentire ad ogni tipologia di pubblico di fruire delle collezioni museali.
Tra le opere più importanti vi sono due serie di magnifici arazzi fiamminghi. La prima serie (1520) proveniente da Bruxelles è dedicata alla parabola del figliol prodigo, la seconda serie proveniente da Oudenaarde (XVII secolo) mette in scena le Storie di Ester ed Assuero, Storie di Giuseppe Ebreo e Storie di Alessandro Magno.
L’ingresso è situato nel loggiato di Palazzo Vescovile, direttamente raggiungibile da piazza Sant’Ambrogio; appena varcata la porta d’ingresso ci si trova nella confortevole reception nella quale è alloggiata la Mazza Capitolare in argento…
L’esposizione
La prima sala è dedicata alle antiche testimonianze di fede nella zona vigevanese con reperti che giungono dalla Pieve e dal Battistero di Velezzo Lomellina. Il cassaforziere ricorda invece l’elezione di Vigevano a sede vescovile: servì infatti per trasportare a Vigevano la donazione del duca Francesco II Sforza.
Si prosegue nella zona dedicata alla figura del vescovo Caramuel, introdotta dal murales di Ale Puro che rappresenta l’illustre prelato. L’inserimento nel museo dell’opera di un giovane pittore contemporaneo rappresenta l’apertura del museo all’arte moderna e ai progetti dei giovani.
Caramuel fu una figura di primo piano nel panorama culturale della sua epoca: multiforme ingegno spaziava dalla teologia alla matematica, dall’architettura alla poesia. Nella sala accanto al modello ligneo, realizzato da Antonio da Lonate su richiesta dello Sforza per la ristrutturazione della Cattedrale, è esposta una copia originale dell’Architectura civil, trattato di architettura del Vescovo Caramuel, stampato a Vigevano con i suoi studi e disegni. La presenza di un tablet permette la consultazione dell’opera. Si parte dal modello per comprendere la genialità dell’idea del Caramuel di completare la piazza con la splendida facciata barocca che ancora oggi impreziosisce il Duomo.
In altro ambiente si può apprezzare la prima illustrazione in Occidente della tabella del codice binario (sequenza di 0 e 1 alla base del bit informatico) riportata da Caramuel nel suo volume Mathesis Biceps e lo studio sul temperamento equabile; a seguire è esposta la cassaforte secentesca progettata e utilizzata dallo stesso vescovo e alcuni suoi documenti inediti tratti dall’Archivio Diocesano di Vigevano, dove si conservano 23.000 carte del Caramuel.
Salendo al primo piano si giunge alla sala multimediale concepita per conferenze ed eventi, per poi proseguire nella sala degli arazzi: i manufatti esposti sono stati eseguiti a Bruxelles intorno al 1520, epoca che per il nord dell’ Europa era di passaggio tra il gotico ed il primo rinascimento. Giungono a Vigevano grazie alla donazione di Francesco II Sforza e rappresentano esempi del periodo di massimo splendore della tecnica tessile. Narrano la parabola del “Figliol prodigo” e “La storia di Ester” e costituiscono delle vere e proprie pareti tessute in lana e seta.
Si prosegue nella sala delle oreficerie che ospita calici, vasellame sacro, ostensori ma soprattutto la splendida Pace di scuola lombarda eseguita alla fine del XV secolo. La Pace è l’oreficeria più importante di tutta la donazione sforzesca: le straordinarie proporzioni per la tipologia dell’oggetto e le caratteristiche stilistiche la rendono un pezzo eccezionale.
Nella sala dei paramenti domina la scena il Pastorale d’avorio, realizzato in dente di narvalo. Prestigioso pezzo d’arte lombarda, nel riccio all’apice si trovano le figurine di sant’Ambrogio, dedicatario della cattedrale, e di sant’ Agostino, il santo battezzato da Ambrogio.
Nella sala dei codici e dei corali trovano posto gli eleganti volumi fatti realizzare da Francesco II Sforza per l’uso nella chiesa Cattedrale e miniati da Giovan Gerolamo Decio, artista di corte a Milano. Va sottolineata la presenza di un messale di scuola ferrarese miniato da Guglielmo Giraldi, miniatore ferrarese tra i più importanti del rinascimento italiano, celebre per aver realizzato il Codice Urbinate Latino 365, commissionatogli dal duca di Urbino Federico da Montefeltro e in cui sono rappresentati alcuni episodi dell’ Inferno e del Purgatorio dantesco.
Nell’ultima sala del museo sono esposti i dipinti di Bernardino Ferrari, colto e prestigioso pittore vigevanese del XVI secolo. Sei tavole rappresentano la passione di Cristo e costituivano le ante della cappella ad armadio della corporazione dei Battilana in Cattedrale. La pala di san Giorgio attribuita al De Canna completa la sala.
Sugli schermi presenti in diverse sale viene trasmessa la sezione dedicata alla collezione e alla figura del vescovo Caramuel tratta da “Vigevano nel Tempo”, progetto multimediale realizzato da Carlo Stagnoli e Adriano Freri e finanziato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Biglietto d’ingresso € 5,00
Orari d’apertura
Sabato e Domenica: dalle ore 15:00 alle ore 19:00
Info e Prenotazioni
Per prenotazioni nei giorni di apertura è possibile utilizzare il form presente suo sito del museo
Per gruppi e scuole inviare una richiesta a info.mtdvigevano@gmail.com oppure chiamare al numero +39 0381 690727 (dalle ore 9.30 alle ore 12.30)