Il dono a Beatrice
La “Sforzesca“, frazione a pochi chilometri di strada da Vigevano, si compone di diversi complessi monumentali nati in successivi momenti storici. Il così detto “Colombarone” eretto nel 1486 da Ludovico il Moro; gli edifici adibiti a residenza dei salariati prospicienti la Via dei fiori databili alla fine del XV secolo; il complesso ottocentesco della villa patronale con il suo parco e la chiesa di S. Antonio.
Il complesso denominato “Colombarone“, visibile solo dall’esterno, richiama la disposizione tipica dei castelli con quattro corpi di fabbrica intorno ad un cortile centrale di forma quadrata e quattro palazzotti agli angoli, chiamati colombaroni, ornati di finestre archiacute e fregi “a dente di sega”. Tutto intorno una distesa di campagne coltivate, canali d’irrigazione e mulini ad acqua progettati niente meno che da Leonardo da Vinci, ospite della tenuta alla fine del Quattrocento.
Il borgo deve il suo nome a Ludovico Maria Sforza che, nel 1486, trasformò questa sua possessione da “vile gleba” in “ricchissima terra“…
La storia
La prima notizia del formarsi di una possessione dei duchi Sforza presso Vigevano risale al 1463; il 12 agosto 1485 la comunità di Gambolò donava a Ludovico il Moro un nucleo di terreni che veniva ad ampliare l’estensione dei suoi fondi: la lapide commemorativa murata sull’edificio nella “colombaia” di nord-ovest data la costruzione del quadrilatero, che ancora conserva il nome Sforzesca, all’anno 1486.
Con un atto datato il 2 gennaio 1494 Ludovico donò la Sforzesca alla moglie Beatrice d’Este che morì di parto il 29 gennaio 1497,a soli 23 anni. Beatrice venne sepolta in Milano, nella Chiesa di S. Maria delle Grazie retta dai Padri Domenicani. A loro Ludovico legò tutti beni della Villa Sforzesca in cambio di preghiere e suffragi perenni.
Francesco II Sforza ottenne dal Papa Clemente VII per Vigevano la dignità della Sede Vescovile; la Villa Sforzesca venne in parte assegnata in dote alla Mensa Vescovile di Vigevano e il resto al Capitolo Cattedrale.
La valle selvosa del Ticino, ricca di attrattive per la caccia, attirò l’attenzione di Francesco I Sforza, tanto che che il Comune di Vigevano nel 1463 gliene dona duemila pertiche, che costituiranno il nucleo della “Villa Sforzesca“.
Col ducato di Ludovico il Moro, la proprietà si trova di nuovo al centro di grandi lavoro di regolazione e deviazione delle acque della Mora e del Naviglio di Vigevano. Ludovico vuole farne una tenuta agricola modello, con una” Villa che per ampiezza di fabbricati, per estensione di fondi, e per comodità di vita superi quelle fino allora conosciute”. Per raggiungere questo intento si lancia in una politica si acquisizioni dei terreni limitrofi. La “Villa Sforzesca” fu terminata nel 1486, con quattro Torri agli angoli, oggi chiamato “Colombarone”, e il duca stesso la battezzò “Sforzesca“.
Qui viene chiamato a offrire i suoi servigi anche Leonardo da Vinci, prendondo interesse a molte opere idrauliche e agrarie fissandole in manoscritti che ancora si conservano (Codice H).
Morta Beatrice d’Este di parto a soli 23 anni, Lodovico la cedette ai domenicani di S. Maria delle Grazie, che custodivano a Milano il sacello della moglie.
Sconfitto nel 1500 Ludovico il Moro dalle truppe francesi di Luigi XII, questi offre la Signoria di Vigevano e quindi della Sforzesca al suo Maresciallo: Gian Giacomo Trivulzio.
Nel 1522, la Villa torna nelle mani degli Sforza, cioè al secondogenito del Moro, Francesco II Sforza che ottiene dal Papa Clemente VII per Vigevano la dignità della Sede Vescovile e pertanto concede la Villa in dote alla Mensa Vescovile di Vigevano e il resto al Capitolo Cattedrale.
Morto Francesco II, il Ducato di Milano e le proprietà ducali passano a Carlo V, che la ricedette ai domenicani, che la tennero fino alle soppressioni napoleoniche del 1797.
Nel 1803 la “Sforzesca” pervenne al genovese Marcello Giuseppe Saporiti.
Nel 1845 il re Carlo Alberto eresse “Villa Sforzesca” in Marchesato ed il Conte Apollinare Rocca Saporiti, subentrato nella proprietà, ebbe per primo il predicato specifico di “Marchese della Sforzesca“. Si deve a lui la ricostruzione dell’ attuale Chiesa Parrocchiale, la Cripta sotterranea per le Sepolture dei marchesi, la fondazione sin dal1851 delle Scuole, e dell’ Asilo per i bimbi della Frazione nonché la erezione della Vice-Cura autonoma (8 dicembre 1861) della quale i marchesi conservano il dovere e il diritto di Patronato.
Informazioni
Il complesso monumentale è aperto al pubblico in occasione di eventi e manifestazioni. Per informazioni contattare l’Infopoint del Comune di Vigevano.